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    Tu stiv 'nziem a nat, je te guardajie/ e primma e da 'o tiemp all'uocchie pe sa nnammurà/ già s'era fatt annanz o core: "A ME, A ME!" .../ o ssaje comm fa o' core quann s'é nnammurat!/ Tu stiv nziem a mme, je te guardav e me ricev:/ "Ma comm sarrà succiess, ch'è frnut? Ma io nun m'arrend, ci voglio pruvà!"/ pò se facette annanze o core e me ricette: "vuò pruvà? E pruov, je me ne vac..."/ o ssaje comm fa o core quann s'è sbagliat...! MASSIMO TROISI

Dati e ancora dati.

Un conto è leggerli, un altro è interpretarli. Un altro ancora è essere tra chi li crea. Amo il mio lavoro

Explaining news

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Diario di un pendolare 98 andata

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martedì, caldo poco tanto… sì fa caldo. Ancora. Bah.

Diario di un pendolare 87 – ritorno

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rientro via casamicciola in un caldo lunedi di coseda fare. almeno si rientra!

Realizzare

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Voler produrre, voler raggiungere obiettivi che sembrano facili su carta, ma che in realta’ non lo sono. E non per proprie mancanze, ma perche’ esiste una divisione totale tra sogni e realta’. Nulla di nuovo, nulla di profetico. Ma e’ così, la realtà é un muro e per sopravvivere bisogna essere creative, modulari, modellabili e sicuri. E da soli non si va da nessuna parte, quindi forza e coraggio e fidiamoci del prossimo. Rimaniamoci male, ricuciamo i pezzi, non guardiamo ai lunghi mesi persi, nulla e’ totalmente da buttare, tutto fa esperienza, tutto puo’ tornare utile.
Rincorrere i sogni, rincorrere le nuvole, correre, restare in perenne movimento.
Come si dice, non bisogna guardare agli altri, ma migliorare se stessi. Certo, ma bisogna difendersi, perche’ si corre il rischio di passare per  idioti, per sempliciotti cui fare le scarpe. E non e’ così. La pazienza premia sempre, il saper attendere porta a risultati eccellenti. Sperando che chi di dovere se ne renda conto, ovvio.
Continua a produrre sempre e comunque cerrcando di diventare specialisti di determinate tematiche e’ la chiave giusta, ma senza chiudersi nel settorialismo, essere trasversali, essere professionalita’ riconosciute. E’ molto difficile e spesso il triste esser soli porta a considerazioni complottistiche errate (o sono avvisaglie?) ma il punto fondamentale é credere in se stessi.
E andare comunque avanti.

Essere un THINK TANK solitario

outbound-and-inbound-marketing-working-togetherE’ assurdo come chi più sponsorizzi il voler lavorare in squadra, poi approfitti e cerchi di emergere, con le classiche corse in avanti.

E’ ancora più assurdo come si trovino sempre persone che restano fregate, che pur sapendo l’alto rischio, lo corrono lo stesso, facendo poi andare avatni l’altro e restando in panchina, al palo.

Non essere ben classificabili per le proprie troppe competenze e passioni è un qualcosa di indecifrabile. Essere a contatto col mondo, pure.

Essere una risora o essere una “mazzata”. Due poli opposti di un pensieri che si cotruisce e ruota attorno a persone che poi non hanno dove collocarsi.

E se da un lato si viene cercati e ricercati, dall’altro si viene anche “panchianti”. E’ questione di ritmi, di congiunture, di quadrature di cerchi che non vengono mai affinate.

 

Restare in un sospeso, che di caffè ha ben poco. Cercare di impegnarsi in qualcosa, sentire di essere importanti per un fine comune, per portare avanti un progetto che si vuole far crescere, con passione e impegno, senza richiuderlo nel cassetto, senza che venga il solito a fare la corsa in avanti, a prendere tutto e andare via.

Certo, succede sempre, è onevitabile. C’è chi vince e chi resta calpestato. Chi si arrende e chi si rialza e continua, facendo storia a sé. Facendo valere le proprie ragioni, sgomitando per quel posto che sembrava essere proprio, ma che evidentemente non lo era.

“Non fatevi mai rinchiudere i vostri sogni in un sacchetto di plastica” ovvio, è così. Bisogna, anche da soli, avere la forza di lottare e andare avanti. Finchè si può. Cercando di trovare lungo la strada amici veri con i quali condividere. Certo è che chi è finto, si elimina da solo.

L’importante è andare avanti.

Ricavarsi da soli i propri spazi. Mantenerli. Sbattere i pugni su un tavolo. Si deve crescere. Non si smette mai.

Ho aperto il cassetto dei sogni, visto che le opzioni si assottigliano. Andiamo.

Napoli pronta ad accogliere Papa Francesco

Il day before è sempre interessante: passeggiare per alcune delle strade di Napoli che sono parte integrante del percorso che tra poche ore Papa Bergoglio compirà regala spunti e belle foto.

Non potevo non notare i nastri che vietano la sosta ai motorini, la fontana “del carciofo” che ha  perso la tazzina della Gregoraci, gli alpini che osservano Piazza del Plebiscito che cambia volto per accogliere i tanti fedeli. Bello.

Un reminder sull’AMP

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Senza entrare nel merito politico delle vicende di cui si legge sui vari social network e sul quotidiano in edicola, io credo che una grande parte di “problemi” siano dovuti (ripeto, on consideriamo in questa sede le basse guerre politiche e di poltrona) alla mancata reale comprensione del potenziale che l’AMP ha, della ricchezza della nostra isola e di tanto altro ancora. Diciamo che é mancato, in solido, un concetto di comunicazione e la, di fianco, la volontà di offrire una visione pedagogico-formativa all’intero ente che costituisce, oggettivamente, un vero e proprio tesoro per la nostra isola, per la nostra natura, per il nostro turismo e per la nostra qualità di vita. Leggere dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno solo in termini di amministrazione, di guerra burocratica e di divisioni. E’ ovvio e ragionevole che un tale ente debba avere una amministrazione equilibrata e che funzioni, ma il distacco tra le persone, gli operatori reali del territorio fa male. Dovrebbe far male a tutti, non solo a me.
Riporto qui un mio scritto pubblicato un po’ di tempo fa. Buona lettura. (tgischia)

Aree Marine Protette: sono costituite da ambienti marini, dati dalle acque, dai fondali e dai tratti di costa prospicenti, che presentano un rilevante interesse per le caratteristiche naturali, geomorfologiche, fisiche, biochimiche con particolare riguardo alla flora e alla fauna marine e costiere e per l’importanza scientifica, ecologica, culturale, educativa ed economica che rivestono.

E’ questa la definizione che ne dà il Ministero dell’Ambiente attraverso il proprio sito ufficiale.

Sì, ma quali sono i vantaggi reali che la presenza di una AMP può portare al territorio che “protegge e serve”?

Abbiamo spostato lo sguardo verso realtà sia lontane che vicine, per osservare come una AMP operi. Il risultato di questa nostra breve ricerca non ci ha poi sorpreso più di tanto: le Aree Marine Protette sono considerate un vero e proprio fiore all’occhiello per le località italiane ed estere che le “ospitano”, fonte di orgoglio e di conseguenti introiti sia turistici che culturali.

Sì perché da ciò che abbiamo letto attraverso i fornitissimi ed organizzatissimi siti internet di alcune tra le maggiori Aree italiane e non, siamo venuti a conoscenza di svariati progetti che mirano alla riqualificazione ed organizzazione del territorio con progetti indirizzati sia al settore turistico (culturale ed ambientalistico in primis) ma anche svariati progetti formativi, che puntano alla creazione di una coscienza ambientale sia negli adulti che nei bambini, nativi del luogo o semplici viaggiatori.

Ad esempio l’Area Marina che include l’isola di Capo Rizzuto, l’anno scorso, ha inciso favorevolmente sull’aumento di circa il 300% delle ricerche su internet e conseguenti prenotazioni alberghiere (incrementate di circa il 190%) e lunghezza del soggiorno.

Le isole Egadi, grazie all’AMP, sono in continua ascesa nel panorama turistico internazionale, posizionandosi tra le mete più ricercate per un turismo ambientale, sostenibile e a misura di tutti. Di propria iniziativa l’Area Marina Protetta organizza concorsi per le scuole, workshop didattici lungo tutto l’anno per avvicinare sempre più le persone ai temi cardini dell’organismo stesso, campus e attività (anche giornaliere) indirizzate ai turisti che vengono così trasformati in provetti custodi del mare. Ciò ha avuto ed ha un’incidenza molto forte sull’economia del territorio: le percentuali dei soggiorni alberghieri sono in costante crescita e ne risente positivamente, così, tutto il comparto turistico, creando nuova occupazione nel settore dei servizi legati all’Area.

Non bisogna andare molto lontano, basta osservare anche Portofino che ha da poco inaugurato “il Miglio Blu” con una classica maratona di nuoto aperta a tutti, manifestazione più che riuscita e che ha spinto molte persone a scegliere la bella Portofino per le proprie vacanze, non solo per l’evento in sé, ma per la filosofia che sottende a tutto l’operato dell’Area marina Protetta. Qualcuno potrebbe obiettare che Portofino è pur sempre Portofino, ma anche Ischia ha comunque un background per molti versi simile, la differenza è nella considerazione che gli abitanti e gli addetti al settore hanno dello stesso.

Volendo ampliare gli orizzonti di ricerca, possiamo prendere in considerazione le Marine Protected Areas della Norvegia, nazione che ospita annualmente un meeting internazionale sulle opportunità di partership tra le aree protette e il turismo sostenibile. In queste aree il discorso che viene portato avanti è molto chiaro: bisogna porre in essere una forte sinergia tra il territorio, l’AMP e le autorità, per far sì che siano raggiunti gli scopi principali dell’area stessa, e cioè la salvaguardia dell’ambiente e la trasmissione del sapere legato al territorio.

Questi obiettivi vengono raggiunti mediante un progetto educativo – formativo che comprende corsi per guide professionali e non, seminari informativi, attività ludico ricreative per bambini e ragazzi e soluzioni formato famiglia.

Operazioni del genere portano non solo alla riscoperta e salvaguardia del territorio garantendo un buon funzionamento (ed integrazione) dell’Area Marina Protetta, ma sono anche un buon elemento di destagionalizzazione dell’offerta turistica, rendendo i luoghi appetibili e fruibili in ogni periodo dell’anno.

Di pari passo vanno quindi tutte le opportunità che si aprono per una estensione dei servizi legati al settore e si moltiplicano le possibilità di partecipazione a bandi per l’aggiudicazione di fondi europei, sempre più inclini a premiare le località che promuovono l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile.

Uno studio promosso dal governo Australiano ha interessato le aree marine protette che sorgono tra le isole Fiji, e ha rimarcato, tra le altre cose, lo stretto rapporto che si instaura tra il tessuto sociale del territorio e l’Area. Secondo lo studio la nascita delle Aree Marine Protette ha contribuito fortemente alla riduzione del tasso di povertà, alla comparsa di nuovi posti di lavoro, alla riqualificazione territoriale e ad un miglioramento delle condizioni sociali degli abitanti stessi.

Per raggiungere questi traguardi è indispensabile coinvolgere a tutti i livelli gli abitanti delle zone interessate, creando sinergie e offrendo opportunità di interazione concrete.

Questi sono solo alcuni esempi di Aree Marine Protette che funzionano, che portano al territorio solo miglioramenti, non solo da un punto di vista paesaggistico – ambientale (vedi aumento o conservazione della biodiversità) ma anche e soprattutto dal lato sociale.

L’organismo che regola la vita dell’Area non deve essere visto (o limitarsi ad essere) come una grigia presenza che pone solo divieti e applica sanzioni: deve essere un ente vivo aperto al territorio e che del territorio si compone, crescendo di pari passo. Comprendere la giusta dimensione sta sì nelle autorità, ma sta anche nella sensibilità e intelligenza di chi il territorio lo vive.

FlyHalf, sì, lo sono

Airplane-Costume-61Capire sé stessi e capire come muoversi. Comprendere fino in fondo le proprie possibilità e in che misura si può contribuire alla crescita dell’ambiente che ci circonda.
Il problema e la soluzione coincidono: comprendere quel che si è e quel che si riesce a dare, ci colloca all’interno della rete di senso in cui ci muoviamo e in base alla quale interpretiamo il mondo.
La questione è però difficile, anche perchè non riusciamo mai a comprendere fino in fondo cosa siamo. Porsi degli obiettivi e perseguirli, presuppone forza d’animo e testardaggine.
Non curarsi delle “buche” che per strada si trovano, ma andare avanti, portare il risultato, far rendere conto del risultato stesso, senza la ricerca spasmodica del presenzialismo. Lo si fa per sé stessi facendo ciò che si ama e che si sogna di fare da sempre.
E io da sempre ho curato la realizzazione di progetti, presentazioni, eventi, opportunità. Mi sono sempre trovata più che bene nella gestione delle risorse, nel mettere a completa dsposizione il mio knowhow per i progetti in cui credo.
Avere la fortuna di riuscire a fare quel che si ama e quel che si è sempre sognato, è un rarità da tenere stretta e difendere con le unghie e con i denti, sgomitando anche perchè chi vive e lavora nel backstage più che nel “front” spesso non viene visto dai superficiali. Ed è anche questo un aspetto interessante della professione che ho scelto e che voglio riuscire a continuare a fare per molto, molto tempo.
Pazienza, qualità e testardaggine, elementi imprescindibili che portano alla propria affermazione e a trovare un equilibrio in quel che si fa, meglio se si condividono sogni, paturnie e follie con amici che comprendono e condividono.
E ci si afferma sì, ci si sente bene con sé stessi e ciò si riflette in un millisecondo su ciò che si fa. I risultati arrivano, e si comprende davvero cosa si è.
Senza metafore o esempi sarebbe difficile da spiegare, per questo ho scelto di utilizzare la metafora di due figure sportive: il fly-half del rugby e il quarterback del football americano.
Spiego. Nel rugby il “fly half” è cruciale negli schemi di gioco, possiede la leadership e da ordini alle linee di fondo. Sono in genere quelli che ricevono l’ovale per primi e sono decisivi per l’azione che partirà, perchè la innescano e comunicano con tutti i componenti della squadra, di cui sono punti di riferimento. Un ottimo fly half è calmo, riesce a pensare rapidamente e in modo efficiente con una visione di insieme impeccabile. Come qualità aggiuntive hanno un ottimo passaggio e qualità di tiro.
Il Quaterback, invece, deve essere dotato, oltre che di grande carisma sui colleghi, di precisione e potenza di lancio, mobilità di gambe e capacità di leggere la difesa avversaria per intuire le incipienti azioni dei rivali.
Insomma, fondamentale è la visione di insieme, mista alla fiducia dei propri compagni di squadra e dell’allenatore.
Un ruolo di responsabilità che deve essere riconosciuto dall’ambiente circostante e in cui bisogna credere.
E devo dire che, ci sono.

Diario di un pendolare 20 – andata

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Eccoci qui, nuovo anno, nuovi viaggi. La sveglia presto, la colazione, la faccina triste del cagnolino che non vorrebbe andassi a Napoli. E si riprende a viaggiare, a progettare, a creare qualcosa, a sistemare dettagli di progetti durante i viaggi… ad osservare la natura, a guardare con rispetto quel gigante blue che e’ il mare, quell’elemento imprescindibile per un isolano.

Oggi fa freddo, e’ umidissimo, minacciava pioggia fino a poco fa, quando degli straccetti di nubi si sono sfilacciati lasciando intravedere un cielo pallido.

Certo, la giornata di ieri e’ stata molto pesante, cio’ che e’ accaduto a Parigi nella redazione di Charlie Hebdo deve far riflettere il mondo intero.
Avrei voluto scendere anche io in piazza, con la mia matita, a combattere per il diritto di tutti ad essere liberi di esprimersi. Ma vivo ad Ischia. E il mondo del giornalismo locale e’ strano, e’ diviso, non avrebbe mai concepito un evento simile. E allora chi davvero vive il giornalismo come parte di sè, come una propria missione, come la propria vita, si é ritrovato sul web, in una manifestazione condivisa e spontanea. L’amicizia e’ soprattutto anche questo.

25.11 – 25.12

Come Catarinea accussì Natalea. (Il tempo che fa il giorno di Santa Caterina 25.11 lo farà anche a Natale)

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