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Festa a mare agli scogli di Sant’Anna – 2017 ALBUM

Sant’Anna, 85ma edizione. Un sunto per immagini. Ultima serata. Mie.

Sant’Anna 2016. Da terra al mare

Alcune foto scattate alle Barche in sfilata

 

Serrara Fontana – PUNTO –

wall“La lezione del WSJ” è una frase che crea non pochi dubbi su tutto ciò che, idealmente, racchiude.

Una premessa è d’obbligo: il Wall Street Journal ha pubblicato una gallery con alcune foto di punti, spesso non sponsorizzatissimi, della nostra isola. Il transfer in taxi boat, un angolo della piazzetta di Sant’Angelo, la vita nell’incantevole borgo marinaro.

Ciò che pubblica è un travel blog misto, un mix tra reportage, ricordi di infanzia e promozione. La formula coinvolgente usata per creare empatia con il lettore.

Ed esce fuori tutta la naturalezza di Serrara Fontana, del suo ritmo diverso dal resto dell’isola, della sua dimensione particolare ed evocativa. Dimensione vissuta con gli occhi di un turista e che un isolano, non pensa di poter vivere.

Particolari che rendono quello spicchio di isola ancora più irresistibile anche in virtù del fatto che non rientra nel mainstream, nell’apparire a tutti i costi con le forzature che, sempre più spesso, improvvisati “mkt experts” o “communication managers” insinuano nel web e non solo.

Serrara Fontana potrebbe essere presa ad esempio per creare le basi di un modello turistico vicino a ciò che, il turista di oggi, cerca. Lontano dagli estremi, offre con sapienza ciò che ci si aspetta di trovare su un’isola mediterranea, con quel tocco di unicità che non guasta.

Non è il WSJ a dare una lezione (certo la diffusione del post è maggiore rispetto ai tantissimi Vlog o blog che raccontano in egual mondo la nostra isola).

E’ l’isola a dare una lezione, è il territorio e il suo ambiente (questa volta sociale) a dettare tempi e norme.

E’ l’isola che deve essere ascoltata.

Discorsi

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C’è una constatazione che spesso si fa e che poi non viene mai ascoltata. Anzi ha l’effetto opposto. Con la facilità di contatto e l’azzeramento dei gradi di separazione la maggior parte degli internauti ha iniziato a praticare la disciplina che chiameremo “puntare il dito”.

Sport che non conosce fasce d’età, praticabile con ogni condizioni meteo, al chiuso o all’aperto. Puntare il dito è facile. Puntarlo supportando l’azione con un qualcosa di concreto, lo è meno.

Sulla nostra isola vi sono i professionisti della trasmissione televisiva “Linea Blu” per raccontare il nostro territorio. La constatazione di come è stata recepita questa notizia dal mondo del web è univoca e riassumibile in un unico avviso da rivolgere ai produttori della trasmissione: Cosa ci siete venuti a fare, l’isola è un immondezzaio, il nostro mare fa schifo, la nostra natura pure e la nostra storia è farlocca.

Ecco, questo è il comune sentire dell’isolano medio (o anche di più) e come accoglie le iniziative che promuovono il territorio intero.

Si punta il dito all’iniziativa in sé, si creano lunghe code di commenti negativi, si inaspriscono i toni, si perde di vista un po’ tutto e si attacca tutti, con effetti anche catastrofici superando di gran lunga l’ironia (qualità molto particolare)

E se l’isolano uscisse dal proprio giardino, stiracchiasse il suo collo ormai curvo sullo smartphone e guardasse più in là dei suoi piedi, cosa accadrebbe?

Vedremo un rivivere delle attività sociali? Un riprendere la fucina politica? Un rinvigorire il dialogo costruttivo tra le parti?

Chissà. Eppure, adesso, il profondo solco è questo: un solco da cui è difficile uscire e che sta scavando una separazione sempre più netta tra le parti sociali (in termini di dialogo e di costruzione di proposte)

Perché l’isolano (la maggior parte) non cerca di scuotere questo momento storico e riprendere voce in capitolo?

Contro chi si espone viene puntato il dito; si segue, spesso, la persona e non l’idea; si boccia a prescindere una qualcosa solo per seguire la massa.

Ci rendiamo conto che viviamo in un luogo unico al mondo? SVEGLIA, inutile puntare il dito, i galli sulla munnezza non servono, serve chi costruisce e quella “munnezza” la riporta ad essere “normalità”.

Conti e resoconti

 

imgIl 2015 è stato un anno molto ricco di eventi per me e per il mio blog. Lo scorso ottobre ho deciso di iniziare un “diario del pendolare” per raccontare il mio decimo anno da pendolare del golfo di Napoli. Una esperienza che, essendo stata poi all’estero per un mese, ho deciso di prolungare fino alla chiusura dell’anno solare.

Il mio “diario di un pendolare” ha raccontato in un modo diverso, a volte lungo e dettagliato e a volte breve e frammentario, il grande mondo dei pendolari isolani, tra aliscafi e traghetti, tra mare mosso e sole cocente, aria condizionata freddissima e file interminabili. Ho raccontato, senza clamori, ciò che avviene quotidianamente quando si viaggia da e per la nostra isola, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Ho testimoniato con una foto sempre “live” ciò che accadeva. Un diario come si rispetti, credo, che ha tracciato un po’ le linee del comparto dei trasporti marittimi visto da un “civile”.

Dopo un anno, il mio traguardo è stato raggiunto. No, non l’ho fatto per cercare gloria o per avere riconoscimenti, per poi produrre qualcosa oltre il blog o altro, l’ho fatto per segnare l’importante traguardo dei 10 anni in mare.

Di certo è stato un progetto lungo, articolato, in cui ho cercato di mantenere sempre la necessaria continuità. Sono contenta di aver concluso bene, di aver avuto anche un po’ di seguito, di essere stata intervistata per la prima volta nella mia vita (ed è stato per un mio progetto!!!), di essere entrata in contatto con la community dei pendolari italiani, fatta di tante persone che vivono in prima persona “l’esperienza del viaggio quotidiano” e di tante altre cose.

Ora il “diario di un pendolare” cambia, perderà il suo doppio post quotidiano, ma racconterà in foto o con un breve testo, con una data precisa a far da titolo, l’emozione del momento o l’episodio del momento.

“Diario di un pendolare” è uno dei miei progetti, per me, più riusciti. Ora ne nasce uno nuovo che, di sicuro, subirà modifiche in corso d’opera per raggiugnere una forma ottimale.

Intanto sulla terraferma porto avanti anche la splendida “Officina Sant’Anna” con tanta storia, tante emozioni e tanti ricordi della mia isola, anzi dell’isola di tutti.

Grazie.

Maria

Ognuno ha bisogno della propria “Officina”

 

Abbiamo tutti bisogno dei propri spazi, abbiamo tutti bisogno di riuscire ad esprimerci nel migliore dei modi. Partire da sé, dalle proprie passioni e da ciò che si conosce. Sono partita dall’isola, ormai più di dieci anni fa e continuo nel solco tracciato, con le dovute innovazioni. Mi rendo conto, faccio parte di una scuola diversa. Sono fortunata.

E lo sono ancor di più perchè ho trovato tanti amici e tante persone che credono in me e ripongono tanta fiduci in ciò che faccio. Questa è un passione difficile da spiegare, non credo vi siano parole adatte, appiattirebbero ciò che in realtà conta per ognuno in modo diverso e sempre nuovo.

Officina Sant’Anna è una utopia, un laboratorio di tradizioni, un circolo di amici che cerca di trasmettere al prossimo le proprie memorie, i ricordi di un tempo che fu, della società nostrana e delle famiglie, della concezione stessa del territorio e di come raccontarlo a se stessi e agli altri.

E la voglia di condivisione non è solo mia, è di tutti: ognuno pronto ad aprire il proprio cuore ai ricordi legati alla Festa cardine delle estati isolane e non solo.

L’amore per la Festa non si crea: o si ha o non si ha.

Ma se l’hai nel DNA non puoi non cercare di condividerne il più possibile per farla comprendere appieno a tutti.

Officina Sant’Anna, grazie a tutti i miei amici, quelli storici e quelli nuovi. Grazie.

E a fine mese si riprende. Pronti?

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Diario di un pendolare 129 – ritorno

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Si ritorna a casa. Ultima traversata del 2015. Orario particolare per via di altri impegni, aliscafo mezzopieno di viaggiatori che non sono abituata a vedere, misti tra pendolari occasionali e non.
Meteo più che ottimo per un prologo al Natale davvero particolare!

Diario di un pendolare 129 – andata

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Sole, temperature miti, tanta gente. Un signore scendendo dall’aliscafo in arrivo ha esclamato: “Ma che e’ il mese di agosto?”
Effettivamente, oggi, lunedì natalizio, di gente che viaggia ce ne e’ davvero tantissima. Ma tanta tanta!

Diario di un pendolare 128 – ritorno

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Aldebaran porti a casa – Caremar portami a casa. In questa sonnacchiosa domenica napoletana, rientro con uno dei miei aliscafi preferiti, ed anche il primo che lascia la terraferma. Diamine, che tabella oraria negativa. Son dovuta restare e pernottare a Napoli perché l’ultima cosa é ad un orario ridicolmente serale; rientro a metà mattina perché il primo aliscafo parte alle 8.40 (e il voucher l’ho dovuto fare ieri perché la biglietteria della compagnia presso cui ho l’abbonamento apre alle 9 la domenica, menomale ho chiesto o avrei dovuto pagare il biglietto non potendo usare l’abbonamento)
Beh, buona domenica

Diario di un pendolare 128 – andata

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Trasferta pomeridiana e rientro previsto per domattina. Chissa’ a che ora. Bellissima giornata anche oggi, col meteo tranquillamente soleggiato anche se con le temperature un po’ bassine. Tutto, diciamo, rilassante 😉