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    Tu stiv 'nziem a nat, je te guardajie/ e primma e da 'o tiemp all'uocchie pe sa nnammurà/ già s'era fatt annanz o core: "A ME, A ME!" .../ o ssaje comm fa o' core quann s'é nnammurat!/ Tu stiv nziem a mme, je te guardav e me ricev:/ "Ma comm sarrà succiess, ch'è frnut? Ma io nun m'arrend, ci voglio pruvà!"/ pò se facette annanze o core e me ricette: "vuò pruvà? E pruov, je me ne vac..."/ o ssaje comm fa o core quann s'è sbagliat...! MASSIMO TROISI

Il commercio ad Ischia

Dopo aver visto l’ennesimo negozio di calamite e limoncello di nuova apertura al porto di Ischia, ho pensato: i commercianti si lamentano perche’ riescono a vendere qualcosa solo pochi mesi l’anno e con i turisti.
E il giusto pensiero successivo e’ stato: ovvio sia così io, da residente le categorie merceologiche in vendita ora nella maggior parte dei negozi non mi interessano.
Ho fatto così un rapido check di ciò che indosso. Allora… le scarpe (di una nota marca) le ho comprate online, la maglia e il pantalone le ho prese in un negozio a Napoli, il maglione online come anche il giubbino. Ah, dimenticavo, anche l’intimo (compresi i calzini) li ho presi online.
Mi spiego meglio: acquisto attraverso internet non perche’ cerco la mega offerta conveniente, ma per necesita’. Sì, sull’isola non trovo nulla in termini di calzature, abbigliamento in genere e molto altro ancora. E non parlo di cose particolari, ma anche solo di capi basic. Non posso mica andare nelle accorsate boutiques ogni qualvolta voglio un maglione?! E anche lì, ci sono enormi lacune.
Ora mi dico: la crisi c’e’ e si sente in ogni settore, ma tu commerciante che scegli di indirizzare la tua attivita’ commerciale solo ed esclusivamente ai turisti, assottigliando sempre di piu’ le opportunita’ di acquisto per i residenti, sei consapevole che stai spingendo persone come me (che di certo non faccio troppa media, ma faccio comunque parte della comunita’ residente) ad acquistare fuori dall’isola, in terraferma o online, spendendo quindi altrove?
Non ti lamentare, poi, se lavori solo con i turisti e anche poco.
Non tii lamentare davvero.

Paths made by the beat of our heart

We are all stories in the end, just be a good one. Pictures remind you about your life: I’ve been lucky, I grew up side by side with him… I keep on following his ideas… and I’m now proud you’re my best friend. Thanks for all.

My Doctor says:  “I’ll be a story in your head. That’s okay. We’re all stories in the end. Just make it a good one, eh? ‘Cause it was, you know. It was the best. The daft old man who stole a magic box and ran away. Did I ever tell you that I stole it? Well I borrowed it. I was always going to take it back.”

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Urlo

Ho appena finito di vedere Urlo, un film stupendo con un cast dii tutto rispetto. L’alternanza di animazioni e riprese dal vivo, del colore e del bianco e nero mi hanno catturata. Un’esperienza di visione unica. E ho scoperto un poeta formidabile.

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Someone like you

Si pensa troppo o troppo poco. Se riusciamo a star due minuti da soli il cervello inizia a pensare e ripensare, rimurginare su cio’ che ha fatto, ha detto, avrebbe voluto dire, dira’.
Una lotta interiore che porta sempre verso una deriva pessimistica. A me capita di pensare anche riguardo a nulla e poi di ritrovarmi a pensare a futuri impossibili o lontani.

La mente umana e’ strana. La mia lo e’ decisamente
Someone like you

Somebody that

C’e’ il motivetto ipnotico di Gotye Somebody I used to know che mi suona in testa da questa mattina. E credo non smettera’. Il testo mi fa riflettere e non sulla relazione tra persone, ma in chiave “egoistica” cioe’ il cambio che inevitabilmente si ha quando ci si trova davanti scelte difficili ed obbligate.  
La strada che abbiamo davanti si forma seguendo i battiti del nostro cuore. 
Io la sto costruendo e seguendo.   Contenta delle persone che ho di fianco e della persona che mi tiene per mano nella sua scatola blue.

Metalogo

Un metalogo e’ una conversazione su un argomento problematico.  
Ok, allora posso affermare che ultimamente parlo solo in o con metaloghi, ciò sottolinea la mia complessa condizione mentale. 
Credo sia d’obbligo una considerazione: e’ inutile cercare di restare lì aggrappati ad una idea che spesso si e’ idealizzata. 
Un mesetto fa ho ripreso il mio spazio blog come inevitabile risposta ad un necessario bisogno di scrivere che altrove non posso e non mi e’ dato soddisfare. 
E mi sonoo ritrovata su una strada a piu’ corsi e molteplici incroci.  
Ho imboccato una strada, poi un’altra, ho fatto inversione, retromarcia e ho anche acceso le quattro frecce. 
Le ho provate tutte per poter dire quale sì e quale no.    Tutte strade con un unico significato, con un unico risvolto. 
Strade che mi hanno portato a riscoprire la mia inclinazione naturale, pur sempre asociale e sociopaticamente nerd. Mettere in discussione sé stessi, nessuno lo fa appieno, credendoci. Molti dicono di farlo ma non e’ vero. 
Io mi metto in gioco, non e’ mio uso nascondermi dietro a qualcuno o qualcosa. 
E questa scelta premia se si ha la fortuna di ritrovarsi con persone simili e che hanno la pazienza di comprenderti. 
La fragilita’ e la sottigliezza del ghiaccio sul quale pattino continua ad essere a livelli molto alti. Ma, come per ogni cosa, basta la volontà e la spinta propria a superare gli ostacoli.

Rimettersi in gioco significa questo. 

Sono tornata per restare anche se stando da soli ci si sente a volte “stupidi”.

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Campanilismi inutili

Festa del Santo Patrono, coincidenza con le Ceneri.   Messa officiata dal Vescovo dell’isola.   Le chiesa: lo Spirito Santo, deliziosa piccola chiesina dedicata anche al Santo Patrono.   Ma molto piccola e stretta.
La partecipazione dei fedeli e’ sempre stata molto alta in questo giorno di festa. C’e’ folla all’esterno, all’interno e persone sfinite cercano di guadagnare l’uscita per una boccata d’aria.  
Dall’altro marciapiede la Cattedrale di Ischia Ponte, immensa struttura aperta ma completamente vuota. Ma e’ mai possibile che per “rispettare” canoni e regole non sia stato possibile officiare la messa in cattedrale e permettere a molti piu’ fedeli di assistere alla funzione in modo quanto meno “cristiano”?

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Sole e neve

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Sole e neve. Come nelle migliori immagini da copertina delle localita’ sciistiche mondiali. a questa e’ Napoli. Il Vesuvio con la patina di neve che, inondato dal sole, sovrasta la baia di Napoli… con una nave da crociera intenta ad ormeggiare nel movimentato porto partenopeo. Sole, tanto sole che scalda il cuore, Nche se l’aria e’ ancora fresca tra il primaverile e l’invernale.

Ma si sa… siamo a marzo

Credere

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Non sono uno studioso della natura umana. Sono un professore di una accademia molto piu’ grande nella quale la natura umana e’ semplicemente una parte.  
E’ per questo che io amo Doctor Who e amo le sue storie.   Hanno una morale profonda e gli insegnamenti sono tutt’altro che banali.  
La nostra mente deve essere quanto piu’ aperta possibile, cercando punti di riferimento e di interesse al di fuori delle solite “scatole” proposte dalla societa’ omologata e superficiale che ci imbriglia ed etichetta.  
The Greater Fool. Il grande folle. E’ colui (o colei) che crede nelle proprie idee; crede nelle proprie possibilita’ e vuol fare qualcosa di concreto per il proprio territorio. 
Un po’ la filosofia del Doctor. C’e’ bisogno di credere in se’ stessi, di mettersi in gioco, di portare avanti le proprie idee, di cercare companions all’altezza e pronti a condividere la pazzia. 
Se si crede si puo’.
Da soli oppure no.
Io ci credo e sono scesa in campo.

Facciamo vincere la cultura

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#facciamovincerelacultura oggi 1 marzo e sempre!