[e ora voglio vedere se daranno a questa notizia lo stesso risalto che ebbe Ischia]
«La Grotta Azzurra, quella che coi Faraglioni è diventata il simbolo dell’isola di Capri in tutto il mondo, utilizzata come fogna da due operai di una ditta di espurgo. Non è il peggiore degli incubi, ma l’incredibile realtà che l’altra notte si è parata davanti agli occhi dei carabinieri.
I due stavano scaricando in mare, proprio davanti all’ingresso della cavità, i liquami contenuti in un’autobotte poi sequestrata. Avevano adagiato un tubo di gomma nei pressi della scogliera e sversavano il nauseabondo frutto di una giornata di lavoro nelle stesse acque che colmano i sessanta metri ed oltre di uno degli spettacoli della natura più affascinanti.
Le accuse
La coppia di operai – subito arrestata – veniva dalla terraferma, da Castellammare di Stabia, dove ha sede la ditta per cui lavorano. Il più giovane ha 28 anni, l’altro 52. Entrambi sono stati sottoposti agli arresti domiciliari in attesa del processo che dovrebbe svolgersi la prossima settimana. In quella sede dovranno difendersi dall’accusa di deturpamento di bellezze naturali ed illecito smaltimento di rifiuti fognari in zona sottoposta a vincolo ambientale e paesaggistico. Contro di loro anche l’amministrazione comunale di Anacapri, nel cui territorio sorge la Grotta Azzurra, che ha deciso di costituirsi parte civile. Per la «difesa del buon nome della località turistica» e la «tutela igienico-sanitaria dei bagnanti», il Comune assicura inoltre «il proprio impegno nella vigilanza diurna e notturna affinché tali incresciosi episodi non abbiano a verificarsi».
Quando i carabinieri hanno bloccato la coppia di inquinatori, la cisterna del mezzo, della capacità di cinquemila litri, era ormai stata quasi completamente svuotata. Al di là del singolo gesto, il sospetto è che l’episodio della scorsa notte non sia isolato ma nasconda un sistema collaudato di scarichi non autorizzati. I due operai dovranno chiarire alcuni lati oscuri della vicenda e svelare eventuali complicità. I carabinieri hanno infatti avviato un’indagine per stabilire se esistano responsabilità da parte dell’impresa di Castellammare per cui i due erano sull’isola.»
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